Castruccio Castracani

Castruccio Castracani - ritratto del  giovane con abbigliamento molto pregiato
Anno di nascita: 
1281
Anno di morte: 
1328

Castruccio Castracani degli Antelminelli nacque a Lucca, secondo la tradizione, il 29 marzo del 1281. Figlio di Gerio Castracane e di Puccia Streghi, faceva parte di una delle più ricche famiglie lucchesi dedite alle attività mercantili e creditizie a livello europeo. In Francia e nelle Fiandre erano detentrici in patria di un vasto patrimonio immobiliare e feudale.
Costretto con la famiglia all’esilio ad Ancona per motivi politici nel 1301, soggiornò in Inghilterra da dove fu costretto a scappare per un grave fatto di sangue.
Abbandonata l’attività di mercante Castruccio si dedicò alle armi combattendo probabilmente nell’esercito di Filippo il Bello in Fiandra, poi nel nord Italia. Nel 1313 era a Pisa a capo degli esuli ghibellini lucchesi che intendevano rientrare in patria.
Collaborò strettamente con Uguccione della Faggiola nell’invasione e saccheggio di Lucca nel 1314 e poco dopo si impossessò della Lunigiana.
Dopo il rovesciamento del governo di Uguccione su Lucca e Pisa nel 1316, venne eletto prima governatore della guerra e capo dell’esercito lucchese ed infine nel 1320 Signore di Lucca a vita. Castruccio fu capo e punto di riferimento per i ghibellini toscani e liguri. Con una politica aggressiva verso Firenze e con le sue doti militari riuscì a raccogliere sotto il suo controllo il territorio della Toscana nord occidentale.
Divenuto il più importante alleato italiano di Ludovico il Bavaro imperatore, ottenne nel 1327 la piena legittimazione delle conquiste militari con il titolo ereditario di Duca di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra, e di vicario imperiale di Pisa.
Nel 1328 accompagnò l’imperatore a Roma per l’incoronazione in San Pietro.
Morto improvvisamente per febbri malariche il 3 settembre 1328 nella fortezza Augusta, la fama delle sue gesta e della storia della sua vita divennero soggetto leggendario tramandate e raccontate nei secoli successivi. Niccolò Machiavelli vi intravide l’esempio perfetto e spietato del suo Principe.
 

Secolo: 
XIV