Secolo XVIII°

 

Il Palazzo

 
 

Il progetto dell'architetto Filippo Juvarra

All’inizio del secolo il Consiglio Generale torna a considerare l’idea del completamento dell’edificio. L’abbandono per troppi anni del cantiere e la sovrapposizione delle strutture nuove sulle murature vecchie ha provocato in più parti notevoli dissesti statici analizzati da varie perizie. Nel 1709 il giovane architetto Filippo Juvarra esegue un nuovo progetto generale che prevede di inglobare le parti già realizzate in un’architettura più moderna e fastosa. Juvarra propone di mutare l’asse di simmetria sulla direttrice nord-sud, ponendo l’ingresso a mezzogiorno con un grande cortile semicircolare che ingloba il Cortile degli Svizzeri e pensa di completare tutta la parte nord intorno al Cortile Carrara. Considerate le risorse finanziarie disponibili il governo approva solo una piccola parte dei i lavori proposti con un progetto meno ambizioso. Dal 1722 al 1733 è completata tutta l’ala settentrionale fino alla chiesa della Rotonda abbattendo la Gabella Maggiore e la vecchia sala del Consiglio. Juvarra fornisce progetti più dettagliati delle parti in costruzione ed è presente sul cantiere nel 1724 e nel 1728. Sotto la direzione di Francesco Pini, negli anni successivi e fino alla fine del secolo, l’opera prosegue con il completamento dei vani interni e destinando l'intero primo piano agli appartamenti estivi del Gonfaloniere e degli Anziani. Il Palazzo assume la fisionomia esterna attuale e resta tuttavia incompleto sul lato occidentale.
 
 
 
 

La Città

 

 

Conservazione e Illuminismo

Lucca non deve più temere nemici esterni, la situazione politica italiana si è stabilizzata e non esiste più una minaccia da parte degli stati confinati o indirettamente da altri eventi. La riduzione delle spese militari consente il finanziamento di numerose opere pubbliche. L’economia è ormai ripiegata sull’interno, le fonti di ricchezza tradizionali, la mercatura e la manifattura della seta, si esauriscono a favore dell’agricoltura. Tuttavia la situazione economica è florida tanto da arrivare nel 1720 alla possibilità di estinguere il debito pubblico mentre la diffusione della proprietà terriera consente a tutta la popolazione di godere di condizioni di vita discrete anche per le classi più povere. La restrizione dell’accesso alle cariche di governo, l’istituzione del «discolato» una sorta di ostracismo, portano a una cristallizzazione del Consiglio Generale dove la politica conservatrice isola e soffoca le personalità più brillanti e evita accuratamente il formarsi di raggruppamenti politici. L’estinzione di molte casate ascritte al Libro d’Oro determina lo scarseggiare degli uomini necessari al funzionamento del Governo. Nonostante i segni di stanchezza la classe dirigente inizia ad affrontare alcune riforme di stampo illuminista, quali l’eliminazione delle isole giurisdizionali, e la questione dell’alienazione dei beni ecclesiastici. Nel 1758 con una scaltra operazione di pirateria editoriale Ottaviano Diodati assieme a un nutrito nucleo di collaboratori stampa la prima edizione italiana dell’Encyclopèdie di Diderot e D’Alembert. Nel 1788 con i beni del soppresso convento di San Frediano viene istituita l’Università.
 

 

La fine della Repubblica oligarchica

La crisi internazionale determinata dalla Rivoluzione francese coinvolge Lucca dal 1792, quando come città ancora devota all’imperatore, deve partecipare finanziariamente alla guerra contro la Francia. Gli eventi della campagna d’Italia volgono a favore di Napoleone; Lucca ricorre ad ogni possibilità e sacrificio pur di mantenere l’indipendenza, si destreggia con una fitta attività diplomatica e versando ingentissimi contributi ai francesi ma non può impedire l’inevitabile. Il 2 gennaio 1799 il generale Serrurier per contrastare lo sbarco dei napoletani a Livorno invade Lucca, il 4 febbraio convoca il Gonfaloniere e gli Anziani. Dopo averli ringraziati li dichiara decaduti insediando un nuovo governo democratico.