Folon Palazzo Ducale

Folon a Lucca

Copertina del libro: Folon
Data notizia: 
Domenica, 11 Maggio, 2003

Dal 9 maggio al 27 luglio 2003 le Sale Monumentali del Palazzo Ducale hanno ospitato la mostra antologica dedicata all’artista belga Jean-Michel Folon, dal titolo FOLON A LUCCA, realizzata su progetto dello stesso artista e curata da Massimo Marsili.

Folon a Lucca è un omaggio dell’artista alla città di cui si è innamorato appena ventenne nel suo primo viaggio in Italia. Le opere che fanno parte di questa mostra appartengono alla collezione privata di Folon, molte delle quali mai esposte. Sono opere che non sono state donate alla Fondazione Folon per un particolare valore affettivo che le unisce all’artista stesso.
I temi della mostra – il viaggio, il rapporto tra la parola e l’immagine, l’impegno morale nei confronti della bellezza e della pace -, accompagnano il visitatore attraverso le varie sezioni. Per la prima volta verrano esposte “La Colomba della pace“ e “La Colomba della morte”, sintesi suprema dell’idea di viaggio e di impegno morale. “La Colomba della pace” è stata realizzata dall’artista in occasione della Giornata Mondiale della pace, lo scorso 15 febbraio, su invito della Comunità Europea.

La sezione dedicata alle sculture è la prima che incontriamo, già dalla scalone di ingresso: la maggior parte delle opere in bronzo patinato, di varie dimensioni, parte della collezione “Pensée”, occupano la Galleria dell’Ammannati di Palazzo Ducale dove Folon ha ricostruito un piccolo giardino all’italiana che si chiude con una fontana dal titolo “Vivre”, raffigurante una pantera, simbolo storico della città di Lucca. Di particolare suggestione, “Homme” e “ La Robe du Temps”,di pietra fossile africana e di pietra gialla del Pakistan, ispirate alla scultura greca arcaica, dove l’artista ha lavorato seguendo la forma delle pietre, rispettandone le antiche tracce dei fossili.

Segue la sezione degli oggetti: esche che vengono trasformate in piccoli totem o in figure mitologiche, taglieri di legno che assumono la forma di maschere africane, vecchie ante con le quali giocare sull’antinomia luce/ombra. Oggetti del quotidiano di cui Folon ha subito la fascinazione della forma, raccolti durante le sue uscite in mare con l’amico pescatore o trovati per caso, e rielaborati nell’intento di farne emergereil significato intimo.
Lasezione dei dipinti è per lo più formata da acquarelli. Alcune opere inedite come il manifesto per la Boheme (anticipazione delle scenografie che l’artista sta realizzando per il Festival Pucciniano di Torre del Lago), un grande cuore che tramonta sulla linea dell’orizzonte; il manifesto della mostra, “l’Arcangelo” o “L’uomo che vola”, ispirato all’arcangelo che sovrasta la chiesa di San Michele ricordo del suo primo impatto con Lucca ma anche agli angeli del Beato Angelico. Degli anni Settanta una selezione di acquarelli commissionati da Amnesty International per illustrare “La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, libro tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’ONU.
Infine alcune incisioni delle due serie “Pluies de New York”e “l’Inutile Beauté” rispettivamente dedicate all’omonima novella di Albert Camus e a quella di Guy deMaupassant.
Chiude la mostra la sezione degli Arazzi, tra questi due assolutamente inediti “Fleurs” e “ Bouquet”.